ULIVI SECOLARI SALENTINI

 



ULIVI SECOLARI
SALENTINI
dim.: cm 32 x 20
tecnica : pennarello nero e seppia
      su carta per il pane
Dicembre 2012
Passeggiando per le campagne salentine è impossibile non essere in compagnia degli ulivi secolari, distese di fronde e tronchi contorti dalle stagioni, dal vento, dalla sete e dal tempo che inesorabile ne modella i fusti. Fermarsi a guardarli per dire solo : " Bellissimi" è un'offesa per questi testimoni secolari. Bisogna usare la macchina del tempo con la mente, andare indietro con la memoria per vedere nugoli di persone arrampicate sui loro rami con delle scale a pioli lunghissime, vederle usare le mani e dei bastoni per scuoterne i rami e far cadere a terra le perle nere che in seguito si trasformeranno in gocce d'oro, quell'oro che è vita! Tante altre persone piegate a terra e raccattarne ogniuna di quelle perle da riempire i panari fatti di giunco o strisce di canne. Vedere con la memoria mio padre o i tanti padri con le mamme ed i fratelli che cantano stornelli in vernacolo per allontanare la fatica, la fame e molte volte i freddi giorni di tramontana. Immaginare con la mente quante generazioni sono passate sotto quelle cime contorte, quanti potatori ne hanno confezionato la crescita per impedire che le cime si alzassero troppo verso il cielo e rendere complicata la raccolta delle perle. Immaginare inoltre le epoche, dai Normanni agli Ottomani, dagli Angioini ai Borboni, dai Savoia ai Tedeschi, dagli Inglesi agli Americani, ai nostri umili contadini  che hanno trovato riparo ed ombra sotto di loro e che ora non c'è più nessuno, immaginare tutto quello che vogliamo, gli ulivi sono ancora lì a darci le perle, ed il cielo è sempre lo stesso e che il sole che li scaldava  facendoli soffrire e contorcersi è ancora lì che li arde e li squama. Mi fermo a schizzarli sui fogli che mi trovo in macchina, con il cuore e l'affetto indefesso verso di loro, cosa che la macchina fotografica non sa fare.