LIBERI LIBERI

LIBERI LIBERI
olio e acrilico su tela artigianale
cm 120 x 140
Dicembre 2011

Centocinquanta anni fa iniziò da un pensiero da un'utopia l'idea dell'ITALIA. In seguito fu uno scacchiere di battaglie su tutto il territorio per unificarla da Nord a Sud, uomini di grandi meningi ne disegnaroni i confini e dove mancava una parte tutti si spostavano armi in pugno li per conquistarla ed aggregarla. Dai Francesi agli Austriaci, dai Borboni ai Savoia, tutti signori abituati a banchettare con le derrate di quel popolo di contadini per lo più, ma....ma vi erano anche intellettuali, dai Mazzini ai Camillo Benso di Cavour che da visionari iniziarono a tessere una bandiera TRICOLORE racimolando in sette segrete e menti aperte di nobili con la enne maiuscola, accoliti sempre più determinati a costruire quest'unica casa su di un'unica terra dal nome bello a pronuncirsi a bocca e denti aperti: ITALIA.
Nulla fu facile, il tributo pagato da tanti, nei vari ranghi fu alto, non si risparmiarono nè donne nè bambini, ma giunse l'apoteosi di quell'utopia con l'avventura dei MILLE che fecero in modo che quel sogno si realizzasse, il dopo fu un cammino zoppo ma l'ITALIA stava imparando a camminare unita, qualcuno volle vederla come una bella donna, altera e fiera, daltronde i nostri cugini d'Oltralpe ce l'hanno in bella mostra nella " Presa della Bastiglia" simbolo della Francia libera e democratica, noi italiani  ignoranti della parola democratica ci siamo arrivati più tardi, ma intanto avevamo la nostra Bandiera e la nostra bella testa di donna che s'è cinta la testa, come ci insegnarono a cantare i Mameli.
E così via passarono gli anni, guerre e terremoti, sia a Nord che a Sud, ma l'ITALIA si rialzava sempre, dai Re alla dittatura, dagli alleati ai politici l'ITALIA sembrava resistere a tutto.
Arrivarono gli industriali, i partiti politici, i sindacati gli anarchici ed i fascisti, i comunisti e i democristiani che tiravano la bandiera ognuno dalla propria parte, lasciando il corpo dell'ITALIA sempre più nudo ma...ma era integro quel corpo e non a disposizione di un macellaio che neppure a nominarlo arrivò anche lui che prese quel corpo e lo imbriglio in un bondage con la sua stessa bandiera usata come slogan ed urlando che quel sogno era ancora in auge e mai completato, macellaio dalla manica larga che distribuiva a cani e porci parti del corpo aggraziato della nostra ITALIA e che ha perduto anche l'alloro che cingeva la testa.
E venne l'Europa, altra utopia che aleggiava nelle meningi di grandi sognatori e l'ITALIA non poteva che farne parte, unica salvezza dello scempio che le torturava la carne. Un'altra bandiera, tutta azzurra e con le stelle gialle ad indicare ogni nazione ne facesse parte sembrava prenderci per mano e sventolare insieme, per poi rivelarsi bendatura degli occhi meravigliosi della nostra ITALIA la cui cecità favorì il totale saccheggio delle casse, del popolo e della dignità da parte di lerci ladri al soldo di un'unico egocentrico ladrone ed ammalato di avverso "Priapismo". ( nella metafora è la gazza alias pica-pica).
I giornali non sono risparmiati dallo scempio, unica fonte di informazione per i propri proseliti, dove l'informazione sullo stato di salute della nostra bellissima ITALIA è stato circoscritto solo sulle memorie del  "NEOCASANOVA" e chi scrivesse d'altro sui disoccupati, sui rapinatori dell'Euro, sugli sprechi e sulla fame del popolo, sulle mafie e sui disoccupati, sui privilegiati e sui corrotti  è stato metaforicamente ammanettato, neppure tanto metaforicamente.
L'ITALIA non ha una Bastiglia da conquistare ma siamo ottimi costruttori di biciclette ed è giunta l'ora che da Nord a Sud ricominciassimo ad usarle e come incitavamo Coppi o  Bartali in salita urliamoci con foga che possiamo farcela su esempio di questo nostro grande Presidente della Repubblica.
LIBERI LIBERI? E' la mia utopia!